Gran Madre

Dalla precollina al Parco del Valentino.

Ah, la precollina. Non ce ne vogliano tutti gli altri, ma ci viene da dire che la zona che si estende intorno alla Gran Madre, e poi in su fino al verde più verde delle colline è proprio la più bella di Torino. Ha sicuramente un suo fascino in autunno, col fogliame giallo degli alberi, ma per una passeggiata a piedi il periodo ideale è indubbiamente la primavera o l'estate, quando la zona è tutta un rigoglio di verde che viene illuminato dal riflesso del sole nel Po. Che vi dobbiamo dire? Siamo romantici. E poi, la zona intorno alla Gran Madre esprime esattamente il carattere sabaudo di Torino: molto elegante, quasi regale, ma un po' defilata dal centro, quasi nascosta. Perché i torinesi son così: l'ostentazione non va bene, meglio godere delle bellezze che si hanno in silenzio. Ed è esattamente in silenzio che vi suggeriamo di farvi una passeggiata in zona Gran Madre, magari in una domenica soleggiata di metà primavera. Magari, proprio la terza domenica del mese, quando nella piazza e in via Vitozzi si tiene il divertente mercatino “Effetto Vintage”: non aspettatevi però un mercato delle pulci, in una piazza così sabauda, qui si tratta di antiquariato vero. Una colazione in un bar elegante, e poi via, una passeggiata tra le boutique e le drogherie che riempiono le vie circostanti piazza Gran Madre, in una delle zone torinesi che più ha mantenuto la sua anima di quartiere, più vicina alle botteghe di un tempo che ai grandi supermercati della modernità. Già che siete nella piazza, poi, non potete non entrare a dare un'occhiata nella stupenda chiesa della Gran Madre di Dio. Certo, dall'esterno la chiesa neoclassica, con la sua architettura a Pantheon romano, vi sarà sicuramente arcinota; ma dite la verità: quante volte l'avete visitata all'interno? Se non l'avete mai fatto (o se non vi ricordate quando è stata l'ultima volta), entrate dunque ad ammirare l'interno della maestosa cupola, e il foro nel pavimento che permette di vedere l'Ossario dei Caduti della Grande Guerra, contenente le ossa di circa cinquemila torinesi morti in battaglia. Fermatevi poi in cima alla scalinata e osservate meglio le statue che campeggiano ai due lati dell'ingresso: vi siete mai chiesti cosa stiano a simboleggiare? Alla vostra destra, con la croce in mano, c'è la personificazione della Religione. A sinistra invece, con un calice rivolto a brindare verso il Po e verso il Ponte Vittorio Emanuele I, c'è invece la Fede. Proprio quel calice è stato negli anni oggetto di leggende: si dice infatti che stia ad indicare il punto dove è sepolto il Sacro Graal. Nella bella stagione, salendo un po' su verso il verde della collina, una delle visite più belle e meno battute dai turisti che si possono fare è quella alla Villa della Regina (dal 1 marzo al 30 novembre, martedì-domenica 10-17), una splendida palazzina seicentesca (patrimonio dell'Umanità dell'Unesco) circondata da vigne e giardini e costruita dal principe Maurizio di Savoia sul modello delle ville romane.

La regina che dà il nome alla villa è Anna d'Orleans, moglie di Vittorio Amedeo II, che rinnoverànotevolmente l'architettura dell'edificio affidando i lavori alla guida di Filippo Juvarra. A lungo abbandonata e smembrata dalla guerra, la villa è ritornata oggi all'antico splendore e merita certamente una visita, sia all'esterno (da cui si può ammirare un magnifico panorama sulla città), sia all'interno, dove tra affreschi e quadri sono esposti quattro gabinetti cinesi in raffinato legno laccato e dorato. Se vi interessano le curiosità su questo suggestivo angolo di Torino, sappiate che potete anche fare un brindisi alla salute della Regina: le vigne che circondano la villa, infatti, sono tornate produttive dal 2008 e rendono circa 5mila bottiglie di Freisa Doc all'anno. Se invece siete astemi ma teledipendenti, sappiate invece che in questi scenografici giardini, l'anno scorso, è stata girata la miniserie di Rai 1 “La Bella e la bestia”, con Alessandro Preziosi e Blanca Suarez.

Immerso nel verde, appena più su di piazza Gran Madre, c'è anche il famoso Monte dei Cappuccini. Un punto panoramico che regala una vista unica del centro di Torino, ma anche sede di un importante luogo di culto, il piccolo convento di Santa Maria al Monte, teatro – si dice – di un miracolo avvenuto nel 1640, quando i francesi provarono ad appropriarsi del colle ma, entrati nel  la chiesa per saccheggiarla, furono travolti da una lingua di fuoco. Sul piazzale della chiesa dei Cappuccini si trova anche il Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” (dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, ingresso € 10), uno spazio espositivo che celebra i monti (non solo quelli piemontesi) e che propone spesso interessanti mostre temporanee. D'altronde, siamo o non siamo la città delle Alpi che ha ospitato le Olimpiadi Invernali del 2006? Ma è ora di scendere dalla collina, perché intorno alla Gran Madre c'è molto da ammirare. Una passeggiata (o una corsa) sul Lungo Po, per esempio, sia dal lato del Parco Michelotti (che una volta, fino al 1987, ospitava lo zoo di Torino e che promettono da Palazzo Civico risorgerà sotto forma di bioparco), sia dall'altro lato, meno frequentato e con il Castello del Valentino sullo sfondo. A proposito del Valentino, allungandosi un po' in questa direzione una chicca da non farsi scappare, spesso non segnalata nei principali circuiti turistici, è l'orto botanico curato dall'Università degli Studi di Torino, aperto dall'11 aprile all'11 ottobre e visitabile con visite guidate in partenza ogni ora (ingresso € 5). L'orto, frutto di quasi 200 anni di lavoro, è nel periodo della fioritura un vero spettacolo: alberi, piante, coloratissimi fiori e ben tre serre: la prima dedicata alle piante tropicali, la seconda (la più recente) alle piante sudafricane e l'ultima, che ospita le cosiddette piante succulente (termine che nulla ha a che vedere con la loro commestibilità, ma che semplicemente indica
quelle che noi volgarmente definiamo “piante grasse”). Davvero, che siate studiosi del genere o meno, questo angolo fiorito di Torino è una vera gemma preziosa. Se invece scegliete di dirigervi dal lato opposto del Po, c'è un altro piccolo tesoro nascosto della città da visitare. Talmente nascosto che la proprietà ci ha chiesto di evitare troppa pubblicità, per lasciare le visite appannaggio dei soli appassionati. Noi cercheremo di rispettare la loro richiesta, segnalandovi però sottovoce che al numero 2 di via Napione potete trovare la Casa Museo dell'architetto e designer Carlo Mollino. Mollino è autore degli interni di spettacolari case torinesi, nonché – ad esempio – dell'Auditorium Rai, del Palazzo degli Affari in piazzale Valdo Fusi, della Camera di Commercio Industria e Artigianato e della ristrutturazione del 1965 del Teatro Regio. La sua casa-museo, visitabile su appuntamento (e come abbiamo già scritto, riservata agli appassionati di design e architettura) è un vero gioiello che testimonia il suo genio e la sua grande creatività. Tra architettura religiosa, regge sabaude, palazzi liberty e – last but not least – deliziosi negozi
in cui fare shopping, non possiamo che confermare la nostra passione per questa zona di Torino. Fateci un giro anche voi, e scommettiamo che ve ne innamorerete.

di Valentina Dirindin

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