Sulla neve senza sci

Dalle slitte trainate dagli husky al brivido alla corsa a -15

Se qualcuno di voi ha iniziato a sciare da adulto si sarà accorto di una cosa: che scivolare, percorrere una discesa su una superficie che non ti permette di mantenere il solito equilibrio (la neve), può essere una delle esperienze più spaventose nella vita di un uomo. Eppure, anche una delle più divertenti. Imparare a sciare costa fatica, una fatica che - seppure compensata dalla soddisfazione che siamo certi proveremo in seguito - spesso non abbiamo voglia di vivere.Come oltrepassare allora questo seccante limite?Le alternative sono molteplici: l’ideale sarebbe poter imparare a sciare da piccoli, quando muscolatura e spericolatezza si sostengono a vicenda; oppure fare del training autogeno, unirsi a una compagnia di amici veri e affidarsi completamente a loro per un’intera giornata di lividi, grida e risate; oppure, ancora, alternare alle lezioni di sci altre attività, magari più rilassanti o semplicemente diverse, che ci fanno assaggiare la montagna anche da altre prospettive. Ecco allora un piccolo percorso attraverso le attrattive sulla neve di tre importanti stazioni sciistiche vicine a Torino:  il Sestriere, Bardonecchia e il Monginevro. Badate bene, però: si è detto “altre attività”, non “relax”. Preparatevi dunque ad avere muscoli tonici e a fare un po’ di sana fatica. L’inverno è bello anche per questo.

AL SESTRIERE CON GLI HUSKY

Si chiama “Sleddog”, letteralmente cane da slitta, ed è esattamente quello a cui state pensando: una gita nei boschi di montagna a bordo di una slitta trainata dagli Husky, i cani più belli del mondo. È una delle attrattive turistiche più famose del Sestriere oltre a quelle sciistiche: rivolta ad adulti e bambini, la gita in slitta è un’esperienza a stretto contatto con la natura e, inaspettatamente, piuttosto impegnativa. Non si tratta, infatti, soltanto di salire e farsi trainare dai cani, quanto piuttosto di entrare in relazione con gli animali, imparare a conoscerli e insieme avventurarsi su per i fianchi innevati della montagna. Ecco, infatti, la differenza tra un taxi da neve e una slitta trainata dagli husky: la relazione uomo-cane. Come una vera e propria disciplina sportiva, richiede un minimo di allenamento e, soprattutto, l’apprendimento di alcune nozioni di base di cui la prima è senz’altro: i cani non sono creature automatiche. Nonostante amino correre in montagna e non vedano l’ora di uscire nel loro habitat naturale, hanno bisogno di sentire che dietro di loro, a essere trainato, c’è qualcuno di cui loro possono avere fiducia, che può aiutarli nel momento del bisogno e che collabora nell’esplorazione della natura. Può succedere, infatti, che a volte i cani non sappiano che strada scegliere o che si spaventino per qualche motivo: una voce decisa e rassicurante, unita a un comando chiaro da parte dell’uomo sono i mezzi per sbloccare la situazione.Il Centro Sleddog Sestriere conta più di 2000 passaggi a stagione e vanta un aficionado d’eccezione: Massimo Boldi. Il suo tesoro più grande, però, è costituito dai Siberian Husky, una razza di cani da neve proveniente appunto dalle terre gelide della Siberia e di cui gli addestratori dicono: “Il Siberian Husky ama  tirare le slitte e non viene assolutamente obbligato a farlo con metodi coercitivi: per lo sleddog si fa semplicemente leva sull'istinto dell'animale e sul suo desire to run. L'addestramento incomincia a quattro mesi, quando il cane inizia spontaneamente a seguire i compagni adulti nelle escursioni, dimostrando di essere trascinato da un istinto primordiale. Un’attività impegnativa, dunque, ma anche unica, che permette di assaporare la comunione con la neve e con il cane: prerogativa dello Sleddog, infatti, è che non il comando della slitta sia affidato direttamente ai turisti, senza l’intermediazione degli istruttori. Anche i ragazzini possono condurre la propria slitta, con 2 cani invece di 3 o 4. Anche le coppie, le famiglie, le ragazze e chiunque lo desideri fino agli ottant’anni.

IN TAVOLA A BARDONECCHIA

Di tutt’altra pasta è l’attività “alternativa” che propone Bardonecchia, la nostra porta verso la Via Lattea. Nonostante i suoi impianti siano tra i meglio attrezzati della regione e le sue montagne siano tra le più frequentate ogni stagione da decenni, ultimamente (e precisamente dal 2006) la cittadina è conosciuta soprattutto per il suo Snowpark, esattamente quello che ha ospitato le gare olimpiche otto anni fa. Situato nel comprensorio del Melezet e mantenuto in buone condizioni (a differenza di tanti altri impianti olimpici), da fine novembre a fine marzo questo parco giochi sulla neve offre a tutti gli appassionati del freestyle del buon pane per i loro denti: salti, tubi, rampe e discese. Un’importante novità è, però, all’orizzonte: “Da quest'anno sarà suddiviso in 5 snowpark battezzati ciascuno con il nome di un animale selvatico differente: dal Grizzly, all'Aquila, alla Lince, ognuno di essi sarà caratterizzato da un diverso livello di difficoltà delle strutture che lo compongono e contraddistinto da decine di nuove linee per il jibbing, rail e numerosi kicker di varie dimensioni”. Suona proprio bene.Andiamo con ordine, però. Prima qualche numero: 3,5 km di lunghezza; 450 metri di dislivello; 5 aree snowpark; 80 rails and jib features; 20 salti di tutte le difficoltà. Poi, gli animali: per ora di certi si hanno solo la Eagle e il Grizzly e un Baby dedicato ai più piccoli. Gli altri verranno svelati e accuratamente presentati entro febbraio, periodo in cui tutte e 5 le strutture del parco saranno completate. Proprio per due weekend di febbraio, uno di gennaio e uno di marzo è prevista, infine, un’offerta che potrà permettere a tanti di noi di assistere all’inaugurazione delle nuove attrattive: si chiama Born to Ride e, per soli 99 euro a persona, offre: 2 giorni di skipass, sabato e domenica, valido per tutto il comprensorio di Bardonecchia + Pernottamento del sabato in camere doppie, triple o quadruple in hotel 3 stelle a 100 metri dalle piste + Cena del sabato sera + Colazione della domenica + Après Ski in quota del sabato pomeriggio + Party del sabato sera + Gadget. Atmosfera famigliare, giochi e grandi corse sulla neve sono ovviamente senza prezzo.

AL MONGINEVRO CORRENDO

Al confine tra Italia e Francia, in uno dei comprensori di montagna più belli del mondo, si fanno molte altre cose oltre a sciare. Una di queste è correre. E, precisamente, correre su e giù per i monti quando la temperatura esterna di aggira intorno ai -15° e l’altitudine è di più di 1800 metri. Sono questi alcuni degli ingredienti naturali, infatti, della Snow Race Montgenevre, una gara (aperta anche ai non professionisti) che si terrà nell’area del Monginevro il 7 e l’8 febbraio 2015. Con partenza sul confine italiano alle ore 14 del sabato, la corsa si svolge per 5 ore il primo giorno e più o meno 4 ore il secondo, intervallate da tre soste e conseguente rifocillamento. Tra le mete previste, una su tutte meriterebbe l’iscrizione: la discesa dai monti dentro il centro storico di Briançon, un vero e proprio gioiellino di montagna.Per quando questa attività, ancor più delle altre, possa sembrare sfiancante e poco allettante, in realtà rappresenta un’occasione davvero unica per girare per le piste e per le creste con addosso nient’altro che le proprie forze e i propri piedi: niente racchette, niente sci o altri attrezzi. È un vero corpo a corpo (misurato) con la neve e la montagna. A cui, tra l’altro, si può arrivare allenati: è lo stesso Monginevro, infatti, che offre ai suoi visitatori altre attività simili. In primo luogo i percorsi e i parchi avventura come il Grimp Forest, uno spazio di foresta attrezzato con scale di legno, ponti tibetani, carrucole, case sugli alberi e così via; poi le pareti di ghiaccio e l’ice climbing, un tipo tutto speciale di arrampicata che ricorda a tratti Game of Thrones; infine chilometri e chilometri di sentieri in cui le racchettate sono puro piacere.

Foto di Nicholas Ribotto.

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