Fabrizio Furchì

Da un workshop di tre giorni è nato un progetto per utilizzare al meglio i rifiuti di plastica che inquinano le coste dell’isola.

Trasformare le bottiglie di plastica dei turisti in oggetti di design o in arredi per gli abitanti e rendere Zanzibar un posto più pulito. È il progetto nato da un workshop, Design Thinking Challenge for Zanzibar, organizzato a giugno da Impact hub Milano.

“Per tre giorni – spiega il torinese Fabrizio Furchì di Ong2.0 – con dodici colleghi di competenze diverse abbiamo sviluppato una proposta di design e di business sociale per la popolazione del luogo. Quello che è emerso è stato sì una soluzione puntata sul prodotto ma anche su tutto quello che succede nell’utilizzo e nella rete sociale che gira intorno al prodotto stesso”.

Tre le organizzazioni coinvolte: Impact hub Milano, un spazio di coworking e un incubatore di imprese, Acra-ccs, ong italiana che ha partner in tutto
il mondo e sedi in molti paesi tra cui Tanzania e Zanzibar e Zanrec una realtà di social business fondata da un gruppo di ragazzi svedesi che si occupa di raccogliere le bottiglie di plastica lavorando sia con la popolazione locale sia con gli hotel.

L’idea del gruppo è stata quella di proporre una sorta di “fab lab ante litteram” a bassa tecnologia (senza stampanti 3d o a taglio laser), che valorizzi lo spirito da “maker” che è proprio della cultura africana. Realizzare quindi per la popolazione una officina “open” dove trovare delle macchine a bassa tecnologia e a bassa elettronica per poter lavorare la plastica (per esempio pressare le bottiglie e fare dei pezzi modulari per costruire dei mobili per le scuole, per le case o per realizzare degli oggetti di design da rivendere ai turisti).

“Abbiamo anche progettato una banca della plastica - continua Furchì- per utilizzare la bottiglia come una sorta
di moneta: si possono portare le proprie bottiglie per realizzare gli oggetti, si può ottenere un buono per fare dei mobili in futuro o avere un incentivo economico”.  L’obiettivo è anche quello di coinvolgere i turisti facendoli diventare donatori responsabili.Alla fine dei tre giorni di workshop Fabrizio Furchì e Marta Lasen, una delle coordinatrici di Impact Hub Milano, sono volati a Zanzibar per presentare il lavoro alle organizzazioni già presenti il loco e alle istituzioni locali, capire meglio l’utenza e conoscere le cooperative e i centri
che già lavorano sul riciclo.

Il viaggio è stato proficuo: “Il progetto è piaciuto. Abbiamo individuato una serie di necessità tecniche e di know-how che devono essere sviluppate e stiamo cercando quali siano le tecnologie più utili per allestire un laboratorio open”. Per seguire il progetto:

www.acraccs.org

milan.impacthub.net

di Mariagrazia Belli

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