Boella&Sorrisi riparte dal cliente e diventa più green

di Sabrina Roglio

Il periodo di Pasqua per chi produce uova di cioccolata e colombe è tra i momenti più impegnativi dell'anno, se però questo coincide con un lockdown mondiale causa pandemia, diventa uno dei periodi più difficili che può mettere in crisi anche chi ha 100 anni di storia alle spalle. Lo hanno sperimentato sulla propria pelle Elena Caprino e il marito Stefano Silvola di Boella&Sorrisi gli eredi di due famiglie dolciarie storiche piemontesi che nel 2014 si sono uniti per amore. Boella&Sorrisi è infatti la fusione di Boella nata come piccola panetteria nel 1885 in via Po e poi diventata una industria dolciaria nel 1990 e la Sorrisi cioccolatieri, che nel 1960 ha inventato il famoso sorriso di Torino, un cioccolatino simile ai cuneesi al rum fatto ancora oggi a mano.

“Produciamo cioccolatini, panettoni e colombe con le antiche ricette della tradizione. La nostra - spiega Elena Caprino - è una azienda a conduzione familiare con 14 dipendenti più gli stagionali”. Boella&Sorrisi ha un punto vendita in via Poliziano 54, vicino al parco della Colletta ma la maggior parte della produzione è per l'ingrosso: dalle catene gourmet svizzere alle épicerie francesi, dalle pasticcerie ai ristoranti inglesi. “Non essendo distribuiti nella Gdo e avendo il lockdown fermato tutti i nostri clienti italiani e stranieri, abbiamo perso il 98% del fatturato”.

Boella&Sorrisi ha però deciso di rimboccarsi le maniche: “Ci siamo detti che la Pasqua andava festeggiata con del buon cioccolato e abbiamo creato un e-commerce, con gli stessi prezzi dello spaccio, per consegnare in bicicletta i prodotti ai nostri clienti. A conti fatti siamo riusciti a salvare il 50% del fatturato del punto vendita ma soprattutto a rendere felici tante famiglie: molti nonni anche se distanti hanno potuto regalare ai loro nipoti l'uovo di Pasqua”. Il futuro dell'attività è sicuramente in salita anche se all'estero, in Francia e in Svizzera ma anche in Inghilterra, i negozi e i ristoranti stanno riaprendo: “Non sappiamo però se i nostri clienti sopravviveranno alla crisi”.

Le misure restrittive di distanziamento e di sicurezza sul luogo di lavoro non ci hanno trovato impreparati, anzi - spiega Caprino - abbiamo certificazioni internazionali che già impongono ad esempio l'uso di tappetini decontaminanti o l'utilizzo di mascherine e guanti. Questo periodo ci ha fatto soprattuto capire quanto il consumatore sia attento all'ambiente. Per questo siamo pronti a cambiare: continueremo ad offrire la consegna a casa con le biciclette e abbiamo pensato di iniziare a utilizzare la carta riciclata per tutti i pack dei nostri prodotti. Ma prima di ogni fatturato, di ogni scelta commerciale è bene ricordare che ci sono cose più importanti come la salute. E speriamo che il lavoro riprenda, noi faremo il possibile affinché ciò avvenga”.

Abbiamo voluto raccontare le storie di alcuni produttori, negozianti, imprenditori di Torino e del Piemonte e di come hanno reagito alla pandemia in corso. Alcuni non hanno mai smesso di lavorare, altri hanno cercato di reinventarsi, tutti hanno dovuto ripensare alla propria attività.

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