ODIO E AMO TORINO: donne del vino

In occasione della scorsa settimana del vino di Torino, noi abbiamo pensato di andare alla scoperta del buon vino piemontese, intervistando due storici produttori del territorio. Chissà cosa amano e cosa odiano di Torino (vino a parte).

Roberta Ceretto – Ceretto Vini, Alba

"Per me è difficilissimo dire cosa odio di Torino. È una città con cui ho un grande rapporto d'amore, coltivato negli anni universitari, quelli in cui ci abitavo. Per questo a Torino respiro uno spirito di libertà: per me questa città significava allontanarmi dalla famiglia e sentirmi adulta, poter trasgredire (cosa che non ho sfruttato perché sono sempre stata un po’ secchiona e quindi la priorità era la scuola).

E poi, venendo dalla campagna, Torino è la grande città: ricca di eventi, musei, cinema (ad Alba ne abbiamo solo uno) , locali, negozi, mezzi di trasporto efficienti, parchi e meravigliosi edifici, il fiume, l'aeroporto (anche se si potrebbe lavorarci meglio), l'università (o meglio, le università), gli ospedali, le fiere d'arte e gli eventi culturali, l'opera, i giornali, le televisioni, i ristoranti e le trattorie, imprenditori straordinari (senza tirare in ballo la Fiat...pardon, la FCA). Però, mi rendo conto solo ora che in effetti mi avete chiesto cosa odio di Torino. Dunque cercherò di impegnarmi.
Odio l’atteggiamento del torinese più che la città, ovvero odio quando, parlando coi torinesi, non vedono le enormi bellezze e ricchezze che questa città sa offrire. Odio quindi la miopia di chi in questa città ci abita e che non riesce ad apprezzare (e a far apprezzare) ciò che c’è nella capitale sabauda."

Sara Vezza, Josetta Saffirio, Monforte d'Alba


"Sarà perché sono un'inguaribile romantica, ma considero Torino una delle città più affascinanti che io conosca, specialmente di notte. Il ponte della Gran Madre che si apre su Piazza Vittorio, il Po che scorre lento, mi danno un senso di bellezza sull’infinito!
E poi amo Porta palazzo con il suo mercato chiassoso, confusionario e multietnico. Quando ci vado porto a casa profumi, sapori e culture da tutto il mondo.
Almeno una volta l’anno, trascorro una domenica d’inverno con i miei figli a camminare sotto i portici di via Roma, per trovarci in via Lagrange e proseguire verso la Mole Antonelliana, dove si divertono come matti a scoprire il Museo del Cinema e prendere l’ascensore panoramico.
Oppure a visitare il Museo Egizio, con le sfingi e le mummie rinsecchite dalla sabbia.
Credo che Torino sia una delle città che si portano nel cuore, sempre."

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